L'Uomo

Con mia sorella Monica
Sono nato a Lecco il 28 Febbraio 1962 da papà Carletto piastrellista e mamma Luigia casalinga.

Nell’ aprile 1965 è nata Monica, mia sorella e io vivevamo a Rovagnate dove ho frequentato sia le scuole elementari che le medie. Proprio in quel periodo partecipando ai Giochi della Gioventù, per caso, ho conosciuto la pallacanestro.
Ricordo che mi appassionai subito moltissimo a questo sport e ogni momento libero lo passavo al campetto a tirare.



Studiavo ed aiutavo mio padre nel lavoro di piastrellista e grazie anche a quelle ore pomeridiane passate a caricare e scaricare piastrelle si formò il mio fisico, forte e possente per un ragazzo solo quattordicenne. Proprio in quel periodo la squadra di Cantù mi notò. Questo prestigiosissimo club mi propose di trasferirmi subito nel loro college da cui sbocciarono tanti grandissimi giocatori.
Io e Marina fidanzati a Venezia

Naturalmente io fui al settimo cielo ma ci volle parecchio tempo per vincere lo scetticismo iniziale dei miei genitori.
Ben presto, però, si accorsero della serietà e della disciplina della società brianzola, dove i ragazzi andavano regolarmente a scuola e si formavano come uomini prima di diventare giocatori di basket.

Sfruttai al massimo l'opportunità ed a soli 16 anni esordivo in Serie A mentre studiavo ragioneria al collegio De Amicis a Cantù dove poi mi diplomai.



23/4/83 Oggi Sposi!
"Quando nel 1976 il parroco di Rovagnate cedette il quattordicenne Antonello Riva alla Pallacanestro Cantù in cambio di un pulmino Volkswagen, probabilmente si convinse di aver fatto l'affare del secolo per il suo oratorio. Il minibus era usato (difficile ottenerlo nuovo da Aldo Allievi, presidente dal credo essenziale: preghiere, basket, risparmio), ma avrebbe trasportato fedeli e sportivi.Una funzionalità democraticamente corretta. E poi chi garantiva che quel giovane dalla faccia scolpita sarebbe diventato un asso?Un ragionamento che in fondo, dal punto di vista del parroco, resiste al tempo e al fatto che Riva, sia diventato il nuovo primatista di punti nel campionato italiano." 
 (Martedi, 11 aprile 2000 Flavio Vanetti per CORRIERE DELLA SERA)

A 20 anni avevo già raggiunto la Nazionale e vinto uno Scudetto. Sempre nello stesso splendido anno, conobbi Marina che dopo 2 anni sarebbe diventata mia moglie, e insieme andammo a vivere a
Io e Ivan
Rovagnate.

Dopo aver vinto 2 Coppe dei Campioni e l’oro a Nantes, nel settembre dell'83 nacque Ivan, il nostro primogenito, 
nel luglio dell' '87 arrivò Francesca.

Con Francy
Poi vennero i 5 anni a Milano (fece scalpore il clamoroso trasferimento, il primo miliardario di quegli anni era il 1989);i 2 di Pesaro e e i 2 di Gorizia :furono esperienze importanti dal punto di vista sportivo, ma anche da quello umano.
La mia famiglia visse anni intensi dove instaurammo grandi amicizie che naturalmente durano anche oggi.

Nel '98 il rientro a Cantù dove ritrovai il calore del mio vecchio pubblico. Furono anni difficili ma la pallacanestro a Cantù non sparì grazie all'intervento della famiglia Corrado. 
Mari,Claudia,Io,Seka e Sasha a Londra
E' naturale che il ricordo più emozionante che ho di quegli anni è legato al superamento del record di punti segnati che apparteneva ad Oscar.

Dopo aver compiuto 40 anni, avvicinandomi all'idea di ritirarmi dal basket giocato presi il patentino di allenatore nazionale perchè è sempre stato un mio grande desiderio.
Poi invece arrivò la proposta di Rieti.
Scesi in B1 dove disputai due campionati al fianco di mio figlio Ivan conquistando la promozione in Legadue. Questa fu una delle esperienze piu forti della mia carriera.

Nonostante il mio desiderio di continuare a scendere in campo fui costretto a prendere la decisione di appendere le scape al chiodo perchè il mio fisico mi dava segnali inequivocabili.

Col più grande di sempre al pre-Draft di Orlando
" «Nembo Kid» è uscito dal Palazzo dello sport di Rieti, si è guardato intorno e ha detto basta. «Questa mattina è ancora difficile capire come saranno le mie giornate adesso. Se sono arrivato a essere ancora un atleta a 42 anni è perché ho dedicato tutto al rispetto delle regole: alimentazione, orari, allenamento, ogni cosa l' ho fatta in funzione della mia carriera. Ma ora le rinunce iniziavano a pesare e allora ho capito che era il momento di passare dall' altra parte, anche se dopo 27 anni da protagonista, domenica proprio non so come riuscirò a superare l' esame della nostalgia». Intanto domani Rieti ufficializzerà il suo nuovo ruolo: general manager della Nuova Sebastiani, in serie A."
(26 Novembre 2004  Valerio Vecchiarelli,  CORRIERE DELLA SERA)

Nelle mie nuove vesti

Accantonai per il momento desiderio di allenare perchè alla società serviva un dirigente. Nacque così la mia carriera di General Manager che mi portò a vivere importanti anni tra Veroli, Caserta e Roma.



E' inevitabile durante la ricostruzione della mia carriera il pensiero vada a tre amici che ci hanno lasciato troppo presto Denis Innocentin, Andrea Blasi e Chicco Ravaglia, che seppur in maniera diversa hanno lasciato un'impronta tangibile nel mio cuore.


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